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L’autunno e l’ayurveda

11 Ott 16
admin
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Per il cambio di stagione l’antica saggezza indiana aiuta a rinforzare le difese naturali e a sentirsi meglio.

Stress fisico e mentale: un disturbo quasi inevitabile al rientro dalle vacanze e soprattutto nel cambio di stagione, quando dalle giornate con molte ore di luce e temperature alte, progressivamente si passa al tipico clima autunnale. Mal di testa, stanchezza fisica, dolori alla schiena e alle articolazioni, insonnia, nervosismo, raffreddori e coliti, sono sintomi molto comuni. Per prevenire questi disturbi senza ricorrere ai farmaci, ci si può affidare ai rimedi dell’ayurveda, l’antica saggezza indiana del benessere, basata sui cicli della natura e sulle caratteristiche costituzionali degli individui. Si tratta di semplici regole che prevedono un’ alimentazione sana, la pratica del massaggio e altri trattamenti da effettuare nei centri specializzati. Ecco come funziona l’ayurveda.

In simbiosi con il ritmo del cosmo

In sanscrito ayu significa vita e veda conoscenza: letteralmente, dunque, l’ayurveda è la “scienza della vita” e rappresenta probabilmente il più antico sistema naturale del benessere di cui si ha testimonianza scritta.

Si sviluppò oltre 5000 anni fa in India come filosofia e stile di vita da seguire per raggiungere il benessere a tutti i livelli: l’ayurveda, infatti è un metodo olistico (mira a mantenere in buona salute corpo, mente e spirito), in grado di curare le malattie, prevenire l’ insorgenza e favorire la longevità.

Secondo l’ayurveda, il rispetto dei propri ritmi biologici e la capacità di adeguarsi ai cambiamenti stagionali è essenziale per mantenersi in buona salute. I cicli naturali del giorno e della notte, delle stagioni e delle fasi lunari, causati dal movimento dei pianeti, toccano infatti da vicino gli esseri umani. In un certo senso, i fenomeni cosmici vengono cioè riprodotti fedelmente nel corpo umano.

In particolare, secondo l’ayurveda i periodi di passaggio tra una stagione e l’altra sono fondamentali per assicurarsi salute e benessere futuri.

Di che dosha sei?

L’Ayurveda riconosce tre forze fondamentali che governano l’universo e, quindi, anche l’uomo. Sono i cosiddetti “dosha” (Vata, Pitta, Kapha), la cui combinazione determina la struttura psicofisica individuale. Ogni persona è l’insieme dei tre principi, ma ha una tendenza predominante verso uno o più di essi: per questo si parla di costituzione Vata, Pitta e Kapha.

Lo scopo dell’ayurveda è mantenere i dosha in equilibrio, correggendo eventuali eccessi o mancanze di uno o dell’altro: pertanto, le indicazioni di cura e prevenzione variano a seconda della tipologia.

Costituzione Vata

Le persone in cui predomina il dosha Vata sono fisicamente esili, longilinee e hanno la muscolatura poco sviluppata. Il colorito è olivastro-grigiastro, la pelle secca, i capelli sottili e fragili, la temperatura cutanea bassa, la sudorazione scarsa e le estremità (mani e piedi) sono spesso fredde. Appetito e digestione sono irregolari, il sonno è leggero e disturbato. La donna Vata ha le mestruazioni irregolari e dolorose.

Di carattere nervoso e irrequieto, le persone di questo tipo tendono all’ansia, sono creative, veloci nell’apprendimento, attive e sempre in movimento, ma hanno scarsa resistenza fisica.

Il senso privilegiato del tipo Vata è l’udito. I cibi che predilige sono quelli caldi e ben cotti, conditi con olio.

Costituzione Pitta

Chi appartiene a questa tipologia ha una corporatura media, con una buona muscolatura. Il colorito è roseo o giallo-rossastro, la pelle morbida e delicata, spesso con nei e lentiggini, i capelli biondi o ramati. La temperatura cutanea è alta, soffre il clima caldo e suda parecchio. Appetito e digestione sono ottimi: Pitta è tendenzialmente goloso e ha bisogno di poche ore di sonno per sentirsi riposato.

Le persone che appartengono a questa tipologia hanno un carattere forte e deciso, spesso egocentrico, irritabile; sono pungenti nei giudizi, hanno un intelletto acuto e brillante, sono ambiziose e precise. Il senso più spiccato di Pitta è la vista. Predilige bevande e cibi freschi o freddi.

Costituzione Kapha

Il fisico delle persone in cui predomina Kapha è robusto e tende al soprappeso. Il colorito è chiaro, bianco-latteo, la pelle morbida e grassa, i capelli forti e folti, spesso neri. Dal sorriso luminoso, Kapha sfoggia denti forti e bianchi. Di appetito moderato, digerisce lentamente; il sonno è lungo e profondo.

Lento nell’apprendimento e nelle attività, Kapha riesce però a ricordare bene ciò che ha imparato- è tendenzialmente pigro e sedentario, ma resiste bene alla fatica fisica.

Generoso, sa perdonare con facilità, ha un carattere stabile e difficilmente si altera. Qualche volta, però, diventa possessivo.

Il suo senso privilegiato è il gusto,  i suoi gusti si orientano verso i cibi caldi e secchi, di sapore amaro e piccante.

A tavola: una dieta su misura

Per prepararsi al freddo e rendere più forte l’organismo, è bene seguire alcune regole alimentari per armonizzare i dosha. Così aumentano le difese immunitarie e si prevengono i disturbi tipici dell’inverno. Ecco i consigli per ogni tipologia di dosha.

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Cosa preferire

Sì ai cibi ben cotti, caldi, sostanziosi, ricchi di proteine e grassi; ai sapori dolce, acido e salato; al latte e tutti i suoi derivati; a riso, grano e avena; alle carni bianche (pollo, tacchino, coniglio), al pesce azzurro e ai frutti di mare.

Come verdure: barbabietole, carote, asparagi, patate dolci, avocado e finocchi. In piccole quantità e ben cotti, anche piselli, verdure a foglia verde, cavolfiori, sedano, zucchine e spinaci.

Per condire è perfetto l’olio d’oliva o di semi; per dolcificare, lo zucchero di canna. Come spezie si può optare per aglio, rosmarino, salvia, basilico, cardamomo, cumino, zenzero, cannella, sale, chiodi di garofano, zafferano, noce moscata, semi di senape e piccole quantità di pepe.

La frutta va scelta dolce e matura (arance, banane, datteri, uva passa, mango, kiwi). Tra quella secca, meglio mangiare mandorle, noci, nocciole.

Pitta

Cosa preferire

Mangiare possibilmente vegetariano, privilegiano verdure crude o poco cotte (asparagi, lattuga, zucchine, spinaci, bietole, broccoli), condite con olio extravergine di oliva o girasole. Fra i legumi, scegliere ceci, fave, lenticchie rosse, piselli, soia. Come frutta: uva, banana, dattero, mela, melograno, uva passa, avocado, mango. Scegliere cibi freschi, di sapore dolce, amaro e astringente.

Riso, frumento e orzo sono i cereali da prediligere. Ottima da bere anche l’acqua di cottura del riso. Tra le carni, va bene il pollo e tacchino; e tra i latticini latte, panna e formaggi cremosi.

Kapha

Cosa preferire

Via libera ai cibi caldi, leggeri, secchi, dal gusto piccante, amaro e speziato. Gli esperti di Ayurveda consigliano orzo, miglio, segale, farro, tapioca, latte scremato e formaggi di capra; pollo e tacchino fra le carni; ceci, lenticchie, piselli e soia, come legumi; bietole, cicoria, lattuga, melanzana, spinaci, zucca, zucchine, condite con olio d’oliva, tra le verdure. Mela, ananas, melograno, frutti di bosco e papaia sono i più indicati.

Dolcificare con il miele e usare alloro, basilico, cardamomo, garofano, curcuma, cannella, maggiorana, origano, pepe nero, salvia, zenzero per aromatizzare. Bere acqua calda o tisane dopo i pasti.

– testo tratto da Viversani settebre 2007

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